Tema: Come nasce uno spot…secondo noi #chestaiacasatua
Tema: Come nasce uno spot…secondo noi #chestaiacasatua
Premessa
Tutto ciò che non si vede.
Introduzione
Ci sono idee che diventano progetti. Certe volte prendono vita quasi per caso. Certe volte spaventano. E poi? E poi succede che troviamo degli attori, scriviamo una storia fatta su misura per loro e si parte.
È il 6 maggio 2024 e per noi inizia ufficialmente una corsa contro il tempo: lo spot dal titolo “Che stai a casa tua”, con protagonisti Emilio Solfrizzi e Antonio Stornaiolo, deve essere lanciato entro il 30 giugno 2024. Bene. Siamo pronti. Dalla nostra un’organizzazione certosina con una suddivisione dei compiti fatta a regola d’arte: scrittura; sopralluoghi; scelta delle location; casting; assistenza alla produzione. Il treno è partito in orario ed è giunto a destinazione senza soste accessorie.
Svolgimento
Abbiamo voluto realizzare uno spot che sensibilizzasse lo spettatore su tematiche ambientali cercando di proporre un’idea efficace che riuscisse a far riflettere con il sorriso. Il percorso è stato tortuoso e caratterizzato da un fitto gioco di incastri di tempi e spostamenti. L’ostacolo più grande da superare è stato dover girare tutto in una sola giornata e in quattro Comuni diversi. Abbiamo dovuto organizzare le riprese con una precisione quasi maniacale. Nonostante tutto siamo riusciti a lanciare lo spot nei tempi prestabiliti. Il 21 giugno, infatti, abbiamo organizzato la conferenza stampa di lancio dello spot a Bari, presso la sala Consiliare della Città Metropolitana e con noi c’erano naturalmente gli attori, il regista, Mirko Dilorenzo e i sindaci dei quattro Comuni per i quali abbiamo realizzato lo spot, ossia Monopoli, Conversano, Polignano a Mare e Mola di Bari. Terminata la conferenza lo spot era su tutte le piattaforme social, sul web e in televisione.
Conclusioni
In poco più di un mese le nostre giornate di lavoro sono state stravolte, riavvolte, srotolate e stritolate. Immaginate un calzino appallottolato in un angolo della lavatrice. Ecco, quelli eravamo noi! Nonostante tutto eravamo puliti e felici. Lavorare a questo spot ci ha messo a dura prova, ma siamo arrivati dritti alla meta impegnandoci e reinventandoci ogni giorno.
Rebranding, quando il cambiamento è funzionale
Rebranding, quando il cambiamento è funzionale
Ricominciare. Rinnovare. Ridisegnare. Questo è il rebranding, una strategia di marketing e comunicazione utilizzata per dare nuova linfa alle aziende.
Ciò che porta una società ad una riorganizzazione della brand identity può essere distinto tra rebranding reattivo e proattivo. Nel primo caso il rebranding viene scelto per comunicare cambiamenti importanti, come una fusione aziendale o come risposta all’innovazione dei competitor, per mantenere un vantaggio sul mercato. Nel secondo caso, invece, questa strategia rappresenta una opportunità di miglioramento della propria identità a 360°.
I benefici del rebranding in tre punti:
1. riallineare i valori aziendali con la brand identity per un nuovo e più efficace coinvolgimento del pubblico;
2. distinguersi dalla concorrenza e continuare ad espandersi con l’obiettivo di far crescere il proprio marchio;
3. fronteggiare al meglio i cambiamenti di un mercato caratterizzato da clienti sempre più esigenti.
Un’operazione di rebranding non è esente da rischi. Il cambiamento, in ogni sua forma, è destabilizzante e i consumatori potrebbero sentirsi disorientati e non ritenere migliorativa una azione definita tale dal brand stesso. Il processo deve essere gestito con cura, attraverso ricerche di mercato, valutazioni dell’identità attuale del marchio, definizione di nuovi obiettivi e creazione di nuovi elementi di identità visiva. Solo così cambiare potrà rappresentare una opportunità.
Tra ironia e paradosso parte la nuova campagna “Patologicamente comunicativi”
Tra ironia e paradosso parte la nuova campagna “Patologicamente comunicativi”
Sovvertire positivamente pregiudizi e luoghi comuni. Siamo partiti da qui, muovendoci tra paradosso e ironia, per raccontare un po’ di noi, del nostro modus operandi.
Nasce così “Patologicamente Comunicativi”, la nuova campagna di comunicazione firmata Certe, approdata sul Daily Media a settembre. Abbiamo provato a descrivere i nostri punti di forza, dando una sfumatura “patologica” a piccole manie che ogni giorno contribuiscono alla buona riuscita dei nostri lavori. Ci siamo svincolati dalla forma e dall’ordinario per divertirci e divertire.
Concept e impostazione grafica si sono sviluppati all’unisono. Protagonista indiscussa la natura nelle sembianze di uno struzzo, un pipistrello e un ragno. A loro abbiamo affidato la nostra empatia, la nostra fantasia e il nostro perfezionismo. Abbiamo reso “patologicamente” ironico ciò che più ci caratterizza, sfruttando ed enfatizzando alcuni dettagli di questi animali: la mimica per la Sindrome da empatia, le abitudini notturne per la Fantasia compulsiva e la propensione alla precisione per il Perfezionismo Patologico.
Questi siamo noi, #patologicamentecomunicativi.
(Nessuna reale patologia è stata sfruttata da Certe srl per l’ideazione di questi ADV).
Ci immedesimiamo nei nostri clienti per comprendere al meglio le loro esigenze.
La nostra immaginazione non si esaurisce mai e ci supporta nella realizzazione di tutti i progetti di comunicazione.
Proviamo ad essere precisi in ogni dettaglio e fase dell’attività lavorativa.
L'Impatto dell'Intelligenza Artificiale nella Comunicazione e nel Marketing: sfida o opportunità?
L'Impatto dell'Intelligenza Artificiale nella Comunicazione e nel Marketing: sfida o opportunità?
L’Intelligenza Artificiale (IA) sta rivoluzionando il panorama della comunicazione e del marketing aziendale, aprendo nuove sfide e opportunità. Questa tecnologia innovativa ha dimostrato di essere uno strumento potente e indispensabile per migliorare l’efficacia delle strategie di marketing, ottimizzare la comunicazione con il pubblico e fornire esperienze cliente personalizzate ed efficienti.
Nell’era digitale in cui viviamo, le aziende sono costantemente alla ricerca di nuovi modi per distinguersi dalla concorrenza e catturare l’attenzione di un pubblico sempre più esigente. Qui entra in gioco l’IA, che offre soluzioni versatili e sofisticate per affrontare le sfide del marketing e della comunicazione moderni.
Una delle principali sfide per le aziende è la personalizzazione delle esperienze dell’utente. I consumatori di oggi si aspettano contenuti e offerte rilevanti e mirati alle loro esigenze individuali. L’IA consente alle aziende di analizzare grandi quantità di dati provenienti da diverse fonti, come l’attività sui social media, le preferenze di acquisto e le interazioni con il sito web, per creare profili dettagliati dei clienti. Questi dati possono essere utilizzati per fornire contenuti altamente personalizzati, promozioni su misura e interazioni mirate, aumentando l’engagement e la soddisfazione del cliente.
Un’altra sfida fondamentale è l’ottimizzazione delle strategie di marketing. L’IA offre alle aziende la possibilità di analizzare dati complessi in tempo reale, consentendo una comprensione approfondita delle performance delle campagne pubblicitarie e delle iniziative di marketing. L’IA può anche automatizzare il processo di gestione delle campagne, ottimizzando il targeting del pubblico, i budget pubblicitari e le tempistiche, per ottenere il massimo rendimento sugli investimenti.
Tuttavia, l’adozione dell’IA nella comunicazione e nel marketing non è priva di sfide. Una delle principali preoccupazioni riguarda la privacy dei dati. Con l’IA che raccoglie e analizza una quantità sempre maggiore di dati personali, è fondamentale garantire la protezione e la sicurezza di queste informazioni. Le aziende devono impegnarsi a rispettare le normative sulla privacy e a garantire che i dati dei clienti siano trattati in modo responsabile ed etico. Inoltre, c’è il rischio che l’IA possa essere utilizzata in modo errato o fuorviante. Le aziende devono essere trasparenti nell’utilizzo dell’IA e assicurarsi che i risultati e le informazioni fornite siano accurati e veritieri. L’IA deve essere considerata uno strumento di supporto per il processo decisionale, ma non può sostituire completamente il ruolo umano nella strategia di marketing e comunicazione.
In conclusione, l’Intelligenza Artificiale offre un’enorme opportunità per migliorare la comunicazione e il marketing aziendale. Le aziende che abbracciano questa tecnologia con una visione etica e responsabile possono sfruttare il suo potenziale per affrontare le sfide del mercato e offrire esperienze cliente straordinarie. La chiave del successo sta nell’integrare l’IA in modo oculato e creativo nelle strategie di comunicazione e marketing, mantenendo sempre al centro l’obiettivo di fornire valore ai clienti e costruire relazioni significative con il pubblico.
[Questo articolo è stato scritto tramite l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale]
Scent-marketing, è tutta una questione di naso
Scent-marketing, è tutta una questione di naso
Quello dell’olfatto è il senso che maggiormente incide sull’inconscio. Non è un caso, dunque, se è possibile parlare di marketing olfattivo, o scent-marketing, quale strumento di persuasione. Questa tipologia di marketing è parte integrante del marketing sensoriale e pone le sue radici in studi scientifici, che attestano la capacità dei profumi di riuscire ad influenzare le emozioni. Il suo scopo, dunque, è creare strategicamente un ricordo positivo del brand attraverso una particolare fragranza, rendendo memorabile l’esperienza d’acquisto o di permanenza dell’utente finale. Adattandosi a molti settori, il marketing olfattivo rende il fruitore di un servizio o l’acquirente di un prodotto parte attiva dell’organizzazione/brand grazie a stimoli odoriferi specifici.
L’odore del pane appena sfornato, posizionando il forno all’ingresso di un panificio. Il profumo del caffè che sovrasta quello dei prodotti degli scaffali vicini, in un supermercato. Aroma di vaniglia, che calma e rilassa, nella hall di un hotel. Bergamotto per il packaging di acquisti online. La narrazione di una azienda può risultare vincente grazie a questi dettagli. Atmosfere piacevoli e accoglienti in cui immergersi grazie agli odori migliorano la fidelizzazione e la customer experience e rafforzano la brand identity. Si tratta di un investimento a lungo termine per fare la differenza e riuscire a conquistare il cuore del pubblico legandosi ai suoi ricordi, in un mercato sempre più ampio e in continua evoluzione.
Marketing inclusivo per abbracciare la realtà
Marketing inclusivo per abbracciare la realtà
Il colore della pelle. Il peso. L’orientamento sessuale e religioso. Oggi più che mai l’uomo è alla ricerca dell’inclusività per sentirsi un unicum parte di un tutto. Ed è proprio unicità la parola chiave del marketing inclusivo che si evolve anno dopo anno.
Il marketing inclusivo è quel tipo di marketing in grado di abbracciare la “diversità” quale realtà in cui riconoscersi, all’interno e all’esterno di una azienda. L’obiettivo da raggiungere ha una duplice valenza: rompere gli stereotipi facendo sentire le persone coinvolte in ciò che guardano e ascoltano e migliorare la brand reputation. La scelta di immagini e parole diventa, dunque, quanto mai significativa ai fini di una buona riuscita del lavoro messo in campo. Il marketing inclusivo cerca, inoltre, di riproporre il sistema valoriale attraverso cui ciascun individuo analizza il mondo.
Inclusione: riconoscere le esperienze altrui. Diversità: rappresentare tutte le identità. Equità: eliminare barriere. Queste le componenti essenziali affinché una strategia di marketing inclusivo possa essere vincente e di conseguenza soddisfare e fidelizzare il destinatario della pubblicità/campagna di comunicazione. Punto fondamentale di questa strategia di marketing, dunque, sono le persone. Una bella campagna, però, non è sufficiente. Infatti, se all’interno dell’azienda proponente non vi è alcun rispetto della diversità, il marketing inclusivo diviene una mera strumentalizzazione a fini commerciali.
Per decenni la pubblicità ha dato voce solo ad una parte di società considerandola rappresentativa di tutti. Il mondo, però, è cambiato. Il marketing inclusivo è un percorso virtuoso che può generare fiducia e fedeltà grazie ad impegno, sensibilità, sincerità ma soprattutto dialogo tra più parti.
Certe in formazione per gare d’appalto più green
Certe in formazione per gare d’appalto più green
Trasferta speciale a Napoli dei progettisti di Certe, per il meeting promosso da Top Store Distribuzioni dal titolo “Il futuro del cleaning professionale al tempo della sostenibilità ambientale”.
Esperti dell’Università di Roma La Sapienza, ISPRA, Clean City, Fimap, TTS e W&M hanno preso parte all’incontro per discutere di come il nuovo CAM 2021 (Criteri Ambientali Minimi) e lo studio Life Cycle Assessment (metodologia che valuta l’impronta ambientale di un prodotto o servizio) influiscano positivamente sul posizionamento e sulla strategia delle imprese di pulizie. Si è parlato, dunque, di elementi migliorativi, da inserire in fase di redazione di una gara d’appalto, in un’ottica sostenibile. Lo studio LCA, nello specifico, permette di identificare e valutare i potenziali impatti ambientali di un prodotto, processo o servizio durante l’intero ciclo di vita.
Il plus di questo convegno? Ecco spiegato.
“Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, allora tu ed io abbiamo sempre una mela ciascuno. Ma se tu hai un’idea, ed io ho un’idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee”. (George Bernard Shaw
Lo scambio di idee e il confronto contribuiscono all’arricchimento reciproco e continuo delle persone e al perfezionamento di una azienda, rendendola sempre più competitiva.
Branded podcast e il ritorno all’ascolto
Branded podcast e il ritorno all’ascolto
Nell’era dell’ostentazione visiva si assiste ad una consistente inversione di tendenza che sta portando sempre più verso la fruizione di contenuti audio: i podcast.
Nel 2022, infatti, la percentuale degli ascoltatori è cresciuta passando dal 31% del 2021 al 36% nel 2022 (fonte: Ipsos – Ricerche di mercato e sondaggi politici).
A cosa è dovuto questo successo? Rapidità, comodità di fruizione, potenza narrativa e spinta alla scelta della tipologia di ascolto. Ma soprattutto, e semplicemente, ascoltare fa parte della natura umana.
A partire dall’inizio della pandemia, i podcast (iPod+Broadcast) ci hanno fatto compagnia nel corso delle nostre lunghe giornate, aiutandoci ad affrontare la solitudine. Questo potente mezzo di diffusione di informazioni e racconti, che potrebbe essere associato alla longform del racconto giornalistico, ci permette, inoltre, di poter approfondire argomenti a volte complessi come la storia.
Nell’immaginario comune questa modalità di fruizione di tracce audio rientra nella sfera dell’intrattenimento. In realtà, è un mondo che può essere declinato in più ambiti come quello del marketing.
Parliamo, allora, di branded podcast.
Si tratta di una strategia di business incentrata sulla serialità e sul tentativo di coinvolgere il consumatore attraverso il fenomeno del podcasting. Tramite questo strumento di engagement è possibile raccontare i valori aziendali in modo innovativo, con l’intento di raggiungere una porzione sempre più ampia di mercato e influenzare le abitudini d’acquisto o d’azione dell’ascoltatore. È importante individuare argomenti interessanti da proporre al proprio pubblico, che abbiano aspetti ricollegabili al brand e che non siano autoreferenziali.
Scegliere di realizzare un branded podcast vuol dire scegliere di essere riconoscibili e finalmente udibili.